Tutankhamon protagonista a New York

<p style="text-align: justify;">Ero a New York 15 gg fa e con sorpresa ho visto Times Square tappezzata di locandine che pubblicizzavano il ritorno del giovane sovrano negli Stati Uniti dopo 30 anni. Incuriosito ho cercato su internet e ho appreso che la mostra itinerante era in quel periodo in esposizione nella “grande mela”.</p> <p style="text-align: justify;">La presentazione dell’avvenimento è naturalmente molto americana: per le strade intorno a Times square infatti ci sono molti ragazzi che distribuiscono volantini indossando improponibili nemes, c’è poi un grande Anubi, dall’aspetto minaccioso, all’ingresso della mostra. Tutto questo mi ha lasciato un po’ perplesso e sono entrato a vedere l’esposizione non troppo convinto.</p> <p style="text-align: justify;">Come spesso mi accade il giudizio iniziale era del tutto errato, mi è bastato entrare nella prima sala per capire cosa avrei avuto davanti ai miei occhi per le successive 2 ore ( tante ne ho passate per osservare i non molti reperti). Come per la recente mostra su Akhenaton a Torino anche qui le prime sale sono dedicate alla presentazione del periodo egizio a cui ci si riferisce e agli antenati del nostro protagonista. Per primi i reperti provenienti da Kv 55: croci ankh, ushabti e bellissime statuette della triade tebana. La grande sorpresa tuttavia, almeno per me, è nella seconda sala dove sono esposti in modo magnifico con luci ben dosate e vetrinette poste in prossimità dei muri ma non a ridosso per permettere una visione a 360°, reperti provenienti dalla tomba di Yuiya e Tuyia. È esposta la una maschera funeraria , un sarcofago e una serie di 4 falsi vasi canopi che a mio parere sono di una perfezione assoluta. Magnifici ushabti appartenenti ad Amenhotep II e Thutmosi IV e, sempre nella stessa sala, una deliziosa sedia in legno appartenente a Sitamun, e ancora una testa di vacca in legno molto simile a quella presente al museo di Luxor.</p> <p style="text-align: justify;"><img hspace="6" height="187" align="right" width="250" vspace="0" alt="Tut a NYC" src="/Portals/0/Articoli_pubblici/ST_Tut_NYC_02.jpg" />La terza sala è dedicata ad Akhenaton con una testa in pietra del sovrano e un paio di steli con il re e la sua famiglia.</p> <p style="text-align: justify;">Si apre adesso la parte dedicata a Tutankhamon… “I fared the valley of the king is now exhausted”, con le famose parole di Davis che rinunciava alla concessione nella valle, si susseguono le gigantografie della Valle dei re scattate negli anni 20 e gli articoli di giornale in prima pagina che descrivono l’avvenuta scoperta del 4 novembre 1922.</p> <p style="text-align: justify;">Ed eccolo il sovrano: il manichino con le sue fattezze, probabilmente usato per preparare il vestiario, è unico e centrale in questa sala in penombra che lo illumina magistralmente.</p> <p style="text-align: justify;">Proseguo nelle altre sale che sono sempre introdotte da una descrizione stringata ma efficace: “Daily life in Tut world” presenta poggiatesta, magnifici contenitori in alabastro e avorio. E poi la scatola con il nome del sovrano intarsiato sul coperchio. Sono solo 10 vetrinette ma anche qui allestite in modo intelligente. Ancora nella stessa sala una piccola sedia del re, probabilmente usata quando era bambino e ancora due modelli di barche.</p> <p style="text-align: justify;">“Every where the glint of gold” Ovunque il luccichio dell’oro. Con queste parole Carter descrisse quello che aveva visto nella tomba appena entrato e anche il visitatore non può che commuoversi di fronte alle due bellissime statue lignee del sovrano che indossa le due diverse corone dell’Alto e Basso Egitto.</p> <p style="text-align: justify;">“Head of State” è la sala che racchiude gli oggetti legati al potere temporale del sovrano; ecco quindi flagello e pastorale, un pettorale con il nome di intronizzazione e una piccola statuetta in oro.</p> <p style="text-align: justify;">“Commander in chief” presenta lo scudo del re, ancora pettorali, gioielli, le trombe in argento, flabelli e sistri e ulteriori sgabelli in avorio.</p> <p style="text-align: justify;"><img height="187" align="left" width="250" vspace="8" alt="Tut a NYC " src="/Portals/0/Articoli_pubblici/ST_Tut_NYC_03.jpg" />Siamo ormai al culmine della mostra; le due sale “high priest of every god” e “ causing the name to live” presentano i reperti più preziosi, quelli che come dice la brochure del catalogo mai più usciranno dai confini del paese egiziano. Si inizia con uno dei 4 coperchi dei vasi canopi in alabastro con l’effige del sovrano avvolta dal nemes. Anche in questa sala filmati di discovery channel (main sponsor), illustrano la posizione originale dei reperti e il loro scopo. Seguono tre statuette di Horus, Duamutef e di Ptah, con calotta in fayence, che lasciano senza fiato. Nell’ultima sala è presentata la bara in oro che conteneva il fegato del sovrano. La bara è in posizione verticale, a differenza di quanto accade al Cairo, ed è aperta per permettere di osservarne l’interno pieno di incisioni geroglifiche così come il sistema di chiusura con piccoli chiodi in oro. Sopra il reperto appaiono le parole “To speak the name of the dead is to make them live again” “ pronunicare il nome del defunto significa renderlo immortale”</p> <p style="text-align: justify;">La mostra si conclude con la sala della mummia che presenta il coltello con la lama in ferro, un pettorale e un diadema con ureo che sono reperti tutti ritrovati tra le fasciature della mummia. Anche qui si susseguono esaustivi filmati sulla disposizione dei 4 catafalchi, del sarcofago e delle tre bare che racchiudevano il corpo del giovane sovrano.</p> <p style="text-align: justify;">L’ultima sala è preceduta da un grande carro che è stato montato completamente. Nella sala c’é la serie di bare che contenevano il feto trovato nella tomba. Anche in questo caso le bare sono aperte e ben esposte così come la maschera. Sempre nella stessa sala una replica esatta della mummia che a differenza di quanto accade nella Valle dei Re è qui esposta nuda e ahimé con tutti i segni dello scempio che ha subito.</p> <p style="text-align: justify;">Sono rimasto davvero colpito dalla bellezza di questa mostra! Ho riflettuto a lungo su quanto ho visto: gli ushabti e le statue lignee del sovrano che al Cairo sono numerosissime e quasi accatastate in vecchie vetrine polverose e antiquate, qui appaiono in tutta la loro bellezza, sapientemente valorizzate. Non sarebbe meglio vendere alcuni ushabti e altre statuette che sono presenti al Museo in molte repliche e con i soldi ricavati allestire anche al Cairo vetrine sicure, asettiche e controllate termicamente per evitare che lo sfacelo che le sta colpendo non le distrugga completamente? Si potrebbero esporre all’estero pochi reperti ma ben protetti e permettere a quelli al Cairo di avere la dignità espositiva che gli appartiene di diritto!</p> <p style="text-align: justify;">La sorpresa newyorkese tuttavia non era terminata. Infatti il giorno successivo al Metropolitan Museum, mi sono imbattuto in una interessante esposizione temporanea nell’area egizia.</p> <p style="text-align: justify;">Si tratta di “Tutankhamon’s funeral” che raccoglie i reperti acquistati da Winlock (curatore della parte egizia del museo ) per il Metropolitan Museum negli anni 20 e che provengono dal nascondiglio amarniano nella Valle dei Re scoperto da Davis. Furono proprio gli studi di Winlock su questi reperti e la successiva pubblicazione in “Material using for the embalming of Tutankhamon” “materiale usato per l’imbalsamazione di Tutankhamon” che convinsero Carter e Carnarvon dell’esistenza della tomba di Tutankhamon nella valle. Tutto questo materiale è infatti servito al funerale e al successivo banchetto funebre del sovrano. Sono esposti qui i sacchetti di natron usati per l’imbalsamazione, le anfore e i piatti spezzati che sono serviti per il banchetto funebre. Ci sono poi teli che recano ben dettagliati i sigilli della valle con lo sciacallo che calpesta i nove nemici dell’Egitto e i cartigli di Nebkheperura; ancora anelli, e altri strani oggetti serviti per i magici riti funebri.</p> <p style="text-align: justify;">Ambedue le mostre saranno aperte sino al prossimo autunno.</p> <p style="text-align: justify;">King Tut NYC: return on the King <br /> 226 West 44th Street (between 7th and 8th Avenues) NYC <br /> <br /> <em><strong>Sandro Trucco </strong></em><br /> Per ogni ulteriore chiarimento <a href="javascript:void(location.href=’mailto:’+String.fromCharCode(116,114,117,99,99,111,46,115,97,110,100,114,111,64,108,105,98,101,114,111,46,105,116)+’?’)">trucco.sandro@libero.it </a></p> <p style="text-align: justify;">&#160;</p>

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